La libertà sessuale: come desideriamo

Tutti noi, in ogni azione o ambito che riguarda la nostra vita, miriamo all’essere liberi
Rincorriamo la libertà desiderando fortemente di far cadere tutte le nostre maschere ed essere semplicemente NOI STESSI.
Tuttavia guardiamo ai nostri desideri con paura, vergogna, colpa ma allo stesso tempo ne siamo attratti.
Guardiamo alla libertà sessuale e alla libera espressione di noi stessi con timore ed entusiasmo, perché tra noi e il raggiungimento di quella libertà si frappongono le convenzioni, le norme precostituite, il giudizio.
Ma la sessualità non può sottostare a regole. Essa, infatti, è mossa da un movimento costante e non può essere delimitata all’interno di confini o recinti poiché ognuno E’ e desidera in modo differente e sempre diverso.
All’interno di uno spartito tradizionale e composto da sole due voci, maschile e femminile, un intero coro vuole inserirsi con i suoi infiniti modi di desiderare la vita e viverla.
Il femminismo, il pensiero queer, il pensiero trans*, i movimenti lgbtq+, l’attivismo omofobico non appartengono solo ad un passato di lotte ma ad un continuo presente in divenire.
Il nostro presente desidera – in questo momento più che mai simultaneamente – disegnare quella moltitudine pulsante che è l’umano.
La sessualità non dipende dal genere o dall’orientamento sessuale ma è insondabile, non categorizzante.
Lasciamoci andare al movimento della nostra sessualità, assaporando ogni desiderio che emerge in noi.
FORME DEL DESIDERIO
Il desiderio ha forma, colore o regole fisse?
Il desiderio può cambiare, mutare forma, nascere e crescere rincorrendo qualsiasi suono di noi.
Il desiderio connesso alla sessualità è multidimensionale.
Ridonare queste caratteristiche alla nostra sessualità vuol dire; vestirla di dinamismo, leggerezza, gioco e illuminata sperimentazione volta alla conoscenza della vita in tutte le sue sfumature.
Carolin Emck, filosofa, scrittrice, giornalista e reporter, nel suo libro Come desideriamo scrive:
“È stata la musica a indicarmi la strada verso il mio desiderio…Per essere più precisi, la multidimensionalità delle esperienze musicali fatte allora al Gymnasium (…) In un’epoca in cui nessuno parlava di omosessualità, bisessualità o altre forme di desiderio è stata la musica, il suo linguaggio, a dischiudermi ciò che più tardi sarebbe stato il mio mondo erotico.”
Chiediamoci quali e quante sono le nostre forme del desiderio, ad esempio uscendo di casa e camminando, guardando a fondo cosa ci circonda, leggendo, ascoltando tutti i suoni che ci avvolgono.
Forse allora scopriremo la nostra anima ricca di desiderio e riusciremo a sentirla, come Carolin Emcke, nel linguaggio della musica o in qualsiasi altro linguaggio che ci indica la strada del nostro personale erotismo.
SESSOFOBIA
La sessofobia deriva dalla negazione del desiderio, dalla negazione della sessualità, dal sentire una disparità incolmabile tra noi e il resto del mondo così apparentemente ordinato.
Questo mondo che impedisce il desiderio e che alla sessualità oppone la vergogna, la colpa e l’oscurantismo si trasforma in rabbia e disprezzo verso l’altro. Quello che non comprendiamo rappresenta semplicemente una parte della nostra stessa vita.
Siamo abituati ad etichettare ogni cosa, e quando non riusciamo a definire quel qualcosa lo rinneghiamo.
Come scrive Carolin Emck:
“Il punto è che non siamo solo quello che vogliamo essere. Siamo anche quello che gli altri fanno di noi. Essere omosessuali non significa solo un determinato modo di desiderare ( … ) sono omosessuale anche perché posso raccontare questo genere di storie, storie in cui vengo sottratta a me stessa, marchiata con l’emblema della sessualità, contrassegnata come Altro; storie che probabilmente tutti i gay, le lesbiche e i transgender conoscono, storie in cui veniamo esibiti ora come perversi o malati, ora come iper-sessuati o asessuati, ora come poco maschili poco femminili, in ogni caso come diversi.”
La scrittrice tedesca, nelle ultime pagine, si chiede come sarebbe il mondo se le differenze e le norme categorizzanti non ci fossero state e se tutto, anche le vittorie acquisite, non avessero sottolineato solo l’ulteriore disparità.
Le risposte possiamo crearle nel presente e nel futuro: ascoltando la nostra vita, percependo le sue verità e chiedendoci come desideriamo, cosa rappresenta per noi la libertà sessuale e quanto valore le attribuiamo.