Uomo e Sessualità: Verità e Tabù

Ormai è ben noto a tutti, o comunque alla maggioranza, che l’8 Marzo è il giorno per eccellenza dedicato alla donna.
Il 19 Novembre si celebra la giornata Internazionale dell’Uomo. Quanti lo sanno?
OGGI COSA CI SI ASPETTA DALL’UOMO?
L’uomo che non deve chiedere mai e al quale tutto è dovuto sembra aver lasciato l’armatura e il mantello per affacciarsi a uno spazio emotivo.
Questo spazio, composto da emozioni e sentimenti, è stato attribuito – convenzionalmente finora – al cosiddetto ” mondo rosa” o ” sesso debole”.
Oggi per fortuna ci si ribella dinanzi alle succitate espressioni e questo è indice di un cambiamento, un’evoluzione di genere che negli anni ha raggiunto riconoscimenti importanti fino a diventare legge e diritto.
Come riflesso di questa evoluzione, oggi hanno meno potenza frasi come “Esci gli attributi”, “Fai l’uomo” o “Non lamentarti come una donna”.
Parlare di emozioni non è mai cosa semplice, per nessuno; diventa più complicato se per farlo ci si deve scontrare con una serie di tabù che impongono limiti all’espressione dell’essere.
L’UOMO MODERNO
L’uomo di oggi è, sempre più frequentemente, un uomo meno resistente, è un uomo che piange, che si lascia consolare e che ammette di sentirsi fragile.
È un uomo che ha scoperto il piacere del sentire.
Il Prof. Fabrizio Quattrini, nel 2017, ha parlato della differenza tra il sentire maschile e quello femminile, rintracciabile nel livello emotivo:
- l’uomo frena le possibili forme di emotività e sensorialità, favorendo l’esperienza più concreta ed emotivamente cognitiva.
- la donna invece si lascia facilmente trasportare dalla sensorialità, perdendo spesso il significato più concreto di quello che in quel momento stava vivendo.
Integrare perfettamente le due parti significa imparare a coinvolgere il “femminile” dentro al “maschile” e viceversa.
Non bisogna confondere la semplice sovrapposizione dei ruoli, e la necessità di esasperare un certo potere tipico dello stereotipo maschile eterosessista.
STORIA DEL SESSO MASCHILE
Sessualmente parlando, da sempre intorno all’ universo maschile, regna sovrana l’importanza esagerata nei confronti del proprio pene.
E la storia ce lo conferma!
L’organo sessuale maschile, fallo o pene, rispetto a quello femminile, vagina, è sviluppato prevalentemente all’esterno.
Ecco il motivo per cui nasce spontaneo l’interesse maggiore per l’organo, dovendo mostrare qualcosa a qualcuno.
Non esistono le dimensioni del pene perfetto e questo è avvalorato dalla storia e dalle rappresentazioni che ne derivano.
A fronte di una maggiore conoscenza dell’argomento e una minore reticenza a parlarne, nel tempo i ritrovamenti storici e archeologici sono stati riletti anche in chiave sessuale.
Il pene, raffigurato nelle sue più svariate forme e dimensioni, è stato il catalizzare di messaggi riguardanti il genere maschile.
Un esempio famoso è il David di Michelangelo: nella sua eleganza e perfezione, rappresenta una caratteristica reale di un pene a riposo.
In tanti pensano che un pene virile e perfetto sia in erezione ma a quanto pare i greci non erano dello stesso avviso.
I GRECI
Per i greci un pene grosso non era né bello né sinonimo di virilità.
Erano convinti che in un pene lungo lo sperma potesse avere la possibilità di raffreddarsi, riducendo il suo potere di procreazione.
Per tale ragione, essi preferivano un pene piccolo.
Inoltre, come afferma il professore di antichità classiche Andrew Lear :
I greci associavano il pene piccolo e non eretto alla moderazione, una delle virtù principali del loro ideale di mascolinità
Un pene grande era sinonimo di uno scarso controllo degli impulsi, in contrasto con l’ideale dell’uomo greco razionale, intellettuale e rispettabile.
I LATINI
Del tutto differente è la posizione dei romani.
Il pene rappresenta il potere sia fisico che procreativo, tanto da considerare una raffigurazione di un pene eretto un buon metodo contro l’invidia.
Priapo, ad esempio, è la divinità romana diventata simbolo di virilità estrema da cui deriva il nome della patologia chiamata Priapismo.
Colui il quale è affetto da priapismo presenta l’ erezione anche per molte ore, senza volerlo, nonostante l’avvenuta eiaculazione (il sangue non defluisce dai corpi cavernosi del pene).
Tale evento potrebbe sembrare apparentemente interessante ma, al contrario, costituisce un serio problema perché protratto nel tempo può danneggiare i corpi cavernosi e la corretta funzionalità del pene.
Le dimensioni contano o no?
Uomo, pene e lunghezza da sempre sono un dilemma per tanti.
Scientificamente parlando, la vagina è un organo elastico e distensibile che si adatta a qualsiasi dimensione.
Il prof. Fabrizio Quattrini scrive a riguardo che:
Le pareti sono elastiche e si adattano normalmente a ciò con cui entra in contatto, tale aspetto anatomico permette alla vagina di non perdere mai il contatto con il pene durante il coito, quindi, 12 cm o 16 cm non sembrano avere poi questa diversità se associati alla funzionalità dell’atto sessuale.
Da questo punto di vista, tralasciando l’aspetto preferenziale che è soggettivo, possiamo affermare che nella sua funzione sessuale un pene di 12 cm è uguale ad uno di 16.
IL CONFRONTO CON IL MONDO DEL PORNO
Una persona curiosa è una persona bulimica di sapere:
- in fase adolescenziale si cercano risposte ai cambiamenti fisici in corso; la scarsa informazione e prevenzione in materia sessuale aumenta i casi di primo approccio con la sessualità mediante la visione di filmati porno.
Nasce quasi spontaneo il confronto tra il proprio organo genitale e quello dell’attore, trascurando il fattore preferenziale che determina la selezione di un attore piuttosto che di un altro.
IL PENE E LE SUE MISURE
Secondo diversi studi (Wylie e Eardley, 2007) il pene presenta:
- una lunghezza di 8-10 cm a riposo
- 12-16 cm in erezione, in quest’ultimo caso la circonferenza è in media di 12 cm (la misurazione si effettua dal pube fino alla punta del glande).
Più in generale, possiamo affermare che si definisce normale un pene eretto che oscilla tra i 12 cm e i 16 cm, macro un pene che in erezione va al di sopra dei 16 cm.
Diversa è la condizione del micropene, un pene che in erezione è al di sotto dei 7 cm, in cui ci possono essere reali difficoltà durante la fase penetrativa del rapporto sessuale.
L’UOMO NUOVO
L’uomo del nuovo millennio è un uomo che si scontra con l’antica credenza secondo cui “l’uomo è cacciatore” e in ragione di ciò sarebbe legittimato a tradire.
Oggi lo scenario è cambiato: uomini e donne tendono a tradire in egual misura differenziandosi nel modo.
Gli uomini tradiscono più velocemente perché guidati da una componente prettamente fisica.
Nelle donne, invece, prevale il bisogno di sentirsi sedotte e corteggiate anche in una relazione solo di carattere sessuale e senza investimento sentimentale.
Dunque, chi è l’uomo di oggi? Un uomo nuovo, un uomo riscoperto, un uomo meno “testa” e più “pancia” (o almeno si spera).
Parliamo di cambiamenti che indubbiamente creano anche confusione nell’incontro con se stessi e con l’altro.
Un uomo confuso è anche un uomo che scappa o che, al contrario, deve dimostrare costantemente, perdendo di vista se stesso e la sua dimensione profonda.
Oggigiorno risulta difficile pensare che un uomo, di fronte ad una richiesta di sessualità, possa non accettare.
Che fine fanno dunque tutte le aspettative di potere, forza e potenza?
L’opposto di virilità non è debolezza, bensì manifestazione di un mondo fatto di emotività e accettazione di bisogni che, senza timori, possono essere espressi e condivisi.
Questa è la nuova virilità che cancella mente o emozione e include mente ed emozione.
Dott. ssa Teresa Marrone ( Psicologa, Sessuologa )
Bibliografia :
Quattrini, F. (2017). Il piacere maschile. Firenze: Giunti Editore.
Wylie, K.R., Eardley, I. (2007). Penile size and the “small penis syndrome”. BJUI.